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Gravidanza e allattamento

Gravidanza e allattamento

È ormai accertato che uno stato nutrizionale ottimale della madre è fondamentale per la salute del bambino.
Rivolgersi ad un nutrizionista ancor prima di iniziare la gestazione è necessario per conoscere ed eventualmente colmare carenze o squilibri nutrizionali che possono condizionare il decorso della gravidanza e lo sviluppo embrionale. Quindi, è buona norma che la futura gestante si prepari all’evento con specifici accorgimenti dietetici e comportamentali affinché l’intensità di molti fastidi come nausea, vomito, stipsi, comparsa di edemi ecc. possano essere attenuati.
Le signore che desiderano avere una gravidanza e si trovano sottopeso o in sovrappeso hanno bisogno di eseguire una buona dieta per raggiungere una nutrizione ed un peso ottimali o almeno accettabili. Ciò deve essere previsto almeno da 6 a 4 mesi prima dell’inizio della gestazione, e per questo, è bene rivolgersi ad un nutrizionista che vi consiglierà per il meglio.

Essere in sovrappeso prima dell’inizio della gravidanza

Essere in sovrappeso prima dell’inizio della gravidanza è una situazione alquanto sfavorevole poiché per le madri aumenta il rischio della comparsa di un diabete gestazionale, inoltre, tra i neonati di donne obese sono stati osservati una maggiore incidenza di macrosomia (peso alla nascita maggiore di 4 kg) e di difetti congeniti a carico del cuore o del tubo neurale.
Durante la gestazione, la richiesta calorica supplementare si aggira mediamente sulle 300 Kcal/die ma va calcolata a seconda dei casi perchè dipende dal BMI (indice di massa corporea) pre-gravidico e dall’aumento ritenuto auspicabile per quel valore di BMI; infatti, l’energia supplementare richiesta per tutto il periodo della gravidanza è molto varia e oscilla mediamente tra le 45.000 e le 80.000 Kcal.
Per le donne che sono normopeso si deve prevedere un aumento ponderale di circa 3,5 kg nelle prime 20 settimane e in seguito di circa 0,5 kg a settimana. In caso di gravidanza gemellare l’aumento di peso totale auspicabile è di 16-20 kg.

Vitamine

A scopo informativo riportiamo il fabbisogno solo di alcune vitamine tra le più note. Esse sono:

1) la tiamina o vit. B1 il cui apporto raccomandato è di 1 mg/die. La forma coenzimatica attiva della vit. B1 è la difosfotiamina che partecipa nel metabolismo a reazioni di decarbossilazione degli alfa-chetoacidi;
2) la riboflavina o vit. B2 il cui apporto raccomandato è di 1,6 mg/die. Il coenzima della vit B2 è il FAD (flavin-adenin-dinucleotide) che partecipa a reazioni di ossido-riduzione cellulari;
3) la niacina o vit. PP questo termine include due molecole chimicamente simili tra loro cioè l’acido nicotinico e la nicotinammide, la cui forma coenzimatica attiva è il NAD (nicotinammide-adenin-dinucleotide) che partecipa ad importanti reazioni di ossido-riduzione all’interno delle cellule. Il fabbisogno di niacina nelle gestanti è di 14 mg/die;
4) la piridossina o vit. B6 il cui apporto raccomandato è di 1,3 mg/die. La forma attiva della vitamina è il piridossal-5-fosfato che è coinvolto principalmente nei processi di transaminazione;
5) la cobalamina o vit. B12 il cui fabbisogno raccomandato è di 2,2 microgrammi/die. Per le donne vegetariane e vegane in gravidanza è importante includere nell’alimentazione una fonte sicura di vit. B12.
Da quanto riportato emerge che il fabbisogno di queste vitamine in gravidanza è più alto rispetto allo stato pregravidico, pertanto deve essere soddisfatto mediante un’opportuna dieta equilibrata ricca di latte, frutta e verdura. Anche l’apporto di acido ascorbico o vit. C deve essere leggermente aumentato a 70 mg/die.
6) Acido folico o vit. B9 l’acido folico deve la sua fondamentale importanza per il coinvolgimento che ha nello sviluppo dell’embrione in quanto è un “fattore di crescita cellulare” e le cellule non possono duplicarsi in sua assenza. Infatti, l’acido folico, la cui forma coenzimatica attiva è l’acido tetraidrofolico (FH4), partecipa come N5-N10-metilen-tetraidrofolico alla sintesi del TMP (timidin-monofosfato) che è un nucleotide specifico della struttura del DNA.

Fortunatamente, in Europa, nei soggetti normalmente alimentati, le carenze di acido folico sono piuttosto rare perché è presente in buone quantità nelle verdure a foglie verdi, nei legumi, nel fegato e nel latte. E’ necessario però che in gravidanza l’acido folico venga introdotto in una quantità pari a 400 microgr/die (che è il doppio del fabbisogno giornaliero normale), almeno fino al completamento dell’embriogenesi che avviene intorno alla 13a settimana di gestazione. L’incremento di acido folico riduce il rischio di spina bifida ed altri difetti del tubo neurale del bambino.
È consigliato inoltre alle gestanti che l’integrazione di acido folico cominci almeno 1 mese prima dell’inizio della gestazione e di non superare gli 800 microgr/die in quanto non sono noti gli effetti da sovradosaggio.
Durante la gestazione particolare importanza rivestono anche le vitamine liposolubili A e D.
Con il nome di vitamina A vengono indicati sia il retinolo che i suoi analoghi detti retinoidi. Anche i carotenoidi possiedono l’attività biologica della vitamina A. La carenza di vitamina A determina pelle rugosa e macchiata, secchezza e indurimento delle ghiandole salivari, incapacità di adattamento al buio e modifiche delle strutture epiteliali e degli organi riproduttivi. Durante la gravidanza l’introito di vitamina A deve essere pari a 700 retinolo-equivalenti/die (RE/die) che corrispondono a 700 microgrammi/die di retinolo oppure a 4,2 mg/die di carotene oppure a 8,4 mg/die di carotenoidi. La vitamina A è prevalentemente presente nel fegato, nella milza, nel latte e nelle uova; una buona fonte è anche il pesce. I carotenoidi sono invece presenti in buona quantità nelle carote e nei vegetali di colore giallo-arancione.
Si raccomanda di non eccedere il fabbisogno sopra riportato e di non superare mai i 6000 retinolo-equivalenti/die per il noto effetto teratogeno della vitamina A.
La Vitamina D è costituita da 5 diverse vitamine le cui forme più importanti sono l’ergocalciferolo o vit. D2 ed il colecalciferolo o vit. D3. La Vit. D2 è di provenienza vegetale mentre la D3 deriva dal colesterolo. Si ritiene che la sola esposizione alla luce solare, specialmente in Sicilia, copra il fabbisogno giornaliero di vit. D. Tuttavia, nel periodo invernale e nei primi mesi di gestazione è raccomandato che ne vengano introdotti 10 microgrammi /die. La vitamina D è presente nei pesci grassi come il salmone e l’aringa, nel fegato, nel latte e nelle uova.

Raccomandazioni: per quanto riguarda l’idratazione è bene che l’introito di acqua giornaliera venga aumentato per soddisfare l’aumento di acqua corporea durante la gravidanza. Il consumo di alcol deve essere assolutamente sospeso, specie nelle donne bevitrici per evitare la sindrome feto-alcolica che comporta rischi di parti prematuri, aborti, e ritardi di crescita. La dose massima consentita è di mezzo bicchiere di vino o birra a pranzo e a cena.
È da evitare l’assunzione di frutti di mare e di salumi crudi per il rischio di contrarre la toxoplasmosi. E’ assolutamente vietato il fumo.

Fabbisogno nutrizionale

Nella dieta per le donne in gravidanza devono essere ben rappresentati tutti gli elementi fondamentali: proteine, carboidrati, lipidi, fibre, vitamine e minerali. Il fabbisogno, dal punto di vista quantitativo, varia sensibilmente da un soggetto all’altro e dipende dalla spesa calorica totale giornaliera che viene calcolata dal nutrizionista a seconda del metabolismo basale individuale e dello stile di vita della gestante.
Le proteine devono essere aumentate in media di 6 gr/die per venire incontro alle necessità di sintesi dei nuovi tessuti in accrescimento.
Il fabbisogno in carboidrati è uguale a quello per le persone non gravide e deve soddisfare il 55-60 % dell’energia calorica totale giornaliera. Generalmente l’apporto di 135-175 gr/die di carboidrati sono ritenuti più che sufficienti a coprire le richieste energetiche e mantenere un buon livello di glicemia per prevenire stati chetosici.
L’apporto lipidico in gravidanza non varia sostanzialmente rispetto al fabbisogno normale, pertanto, l’apporto calorico dei grassi si aggira intorno al 25% delle calorie giornaliere; è importante però che 1-2 % delle kcal/die provenga dagli acidi grassi essenziali omega-6 e lo 0,2-0,5 % dagli omega-3 . Il nutrizionista con una dettagliata dieta provvederà a tutto ciò.
L’apporto di minerali deve essere ben determinato caso per caso specialmente per quanto riguarda il ferro, il calcio e lo iodio. Durante la gravidanza e specialmente dopo la ventesima settimana l’apporto di ferro deve raddoppiare a circa 30 mg/die. E’ consigliabile però che tale incremento inizi sin dal primo trimestre. Poiché una dieta equilibrata non consente di avere l’apporto necessario di ferro, si può fare uso di integratori idonei allo scopo.
Per quanto riguarda il calcio è noto che l’assorbimento intestinale, il riassorbimento osseo e la sua mobilizzazione sono controllati dall’azione di una serie di ormoni che si influenzano reciprocamente. Affinché la madre non perda calcio, a favore del feto, ha bisogno di incrementarne l’introduzione di 200-300 mg/die per un totale giornaliero di circa 1200 mg. Questa quantità può essere raggiunta consumando opportune quantità di latte e utilizzando un’acqua minerale ricca di ioni calcio disponibili. Infine, è importante aumentare l’introito di iodio, la cui quantità necessaria è di 175 microgr/die per prevenire danni al feto come il cretinismo, disturbi psicomotori ecc. Per coprire tale fabbisogno è consigliato l’uso di sale iodato, uova e latte. Un’attenzione particolare deve essere anche rivolta al consumo di sale che non deve superare i 2-3 g/die.

Allattamento

È scientificamente riconosciuto che l’allattamento al seno è il modo migliore per nutrire il neonato nei primi sei mesi di vita. I benefici procurati dall’allattamento al seno sono i seguenti:
a) il latte materno copre in modo ottimale i nutrienti necessari al bambino;
b) i bambini allattati al seno presentano una minore incidenza di allergie alimentari;
c) i bambini allattati al seno sono meno soggetti a sviluppare l’obesità e patologie cronico-degenerative;
d) l’allattamento comporta al bambino benefici psicologici derivanti dal contatto con la madre.
Anche la madre beneficia dell’allattamento al seno in quanto procurerà in futuro una minore incidenza di tumori all’ovaio e alla mammella, una minore incidenza di osteoporosi nella postmenopausa, una maggiore mobilizzazione del tessuto adiposo accumulato durante la gravidanza ed un’ottima involuzione uterina dopo il parto.
Durante la fase di allattamento, il nutrizionista dovrà prescrivere una dieta adeguata in modo da aumentare il fabbisogno calorico di circa 500 kcal/die rispetto al periodo pre-gravidico. Il fabbisogno di carboidrati si attesta su 160-210 gr/die, quello delle proteine deve essere aumentato di circa 17 gr/die mentre per i lipidi non ci sono variazioni rispetto alla donna in stato normale.
Per i minerali si consigliano le seguenti quantità giornaliere:
Calcio 1200 mg; Fosforo 1200 mg; Potassio 3100 mg; Ferro 18 mg; Zinco 12 mg; Rame 1,5 mg; Selenio 70 microgrammi; Iodio 200 microgrammi.
Per le vitamine si consigliano le seguenti quantità giornaliere:
Vit. B1 1,1 mg; Vit. B2 1,7 mg; Vit. PP 16 mg; Vit. B6 1,4 mg; Vit. B12 2,6 mg; Vit. C 90 mg; folati 350 microgrammi; Vit. A 950 R.E; Vit. D 10 microgrammi.
Raccomandazioni: durante l’allattamento l’alimentazione deve essere ricca e variata. Privilegiati devono essere il latte e i suoi derivati e poi, pesce, verdura e frutta fresca di stagione, legumi e olio extravergine d’oliva. Sono tollerati 2 assunzioni di caffè o tè al giorno e mezzo bicchiere di vino ad ogni pasto principale. Sono da evitare per il sapore sgradevole che provocano nel latte l’aglio, le cipolle, le mandorle amare, i peperoni, i carciofi, i cavoli e gli asparagi. Possono essere introdotti con moltissima moderazione ed attenzione i formaggi fermentati, i crostacei, i mitili, i molluschi, le ciliegie, le fragole, le albicocche, le pesche, il cioccolato e il cacao perché sono potenzialmente in grado di scatenare nel lattante reazioni pseudoallergiche.

N.B. Le quantità degli apporti vitaminici e degli oligoelementi sopra riportati sono soltanto indicativi e devono essere assolutamente prescritti dal medico curante o dallo specialista a seconda dei casi e dopo attenta visita.

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